La Grande Storia dall’alto. 15 marzo 1944: battaglia di Cassino

Pubblicato il 15/03/2021

Argomento Fotografia

15-MAR- 44, 10:45….” Queste sono la data e l’ora riportate sulla foto che documenta da 6 chilometri di altezza (20.000 piedi di quota) quella che è probabilmente la più controversa delle battaglie concepite per disarticolare la linea Gustav, la Terza Battaglia di Montecassino.
Una mattina di marzo di settantasette anni fa una squadriglia fu inviata a documentare la pioggia di bombe che stava distruggendo la città. Solo trenta giorni prima, il 15 febbraio, era stato raso al suolo l’antico monastero fondato nel 529 da San Benedetto, un monumento artistico e religioso di importanza mondiale. I comandi Alleati avevano deciso di sfruttare la superiorità aerea in modo mai fatto prima, nella convinzione che l’azione dei bombardieri fosse decisiva per rimuovere l’impasse in cui si trovava da mesi la battaglia terrestre. Alle 10.45, quando i ricognitori della nostra foto arrivarono, il bombardamento stava procedendo senza sosta da più di due ore. Dai dati impressi sulla foto sappiamo che a scattarla fu un aereo della 12th Photo Reconnaissance Aerial, quell’anno alla sua 485a missione (questo significa la sigla 12PRA485 visibile in basso nella foto).
L’obiettivo si era spostato ai piedi del Monte per un attacco frontale su Cassino e sulla collina del monastero, per aprire la via alle truppe alleate tra lo schieramento nemico grazie allo sforzo congiunto di aviazione e artiglieria. Con questa offensiva la città, già duramente colpita nei mesi precedenti, sarebbe diventata un cumulo di macerie, faticoso da oltrepassare per gli stessi soldati a terra.
La città era già stata colpita gravemente a febbraio, durante le due ore di bombardamento aereo e fuoco di artiglieria che avevano distrutto l’Abbazia. I volantini  lanciati dagli aerei alleati avevano avvisato la popolazione del bombardamento imminente (“Amici italiani ATTENZIONE!”), invitandola a lasciare il “Sacro Recinto” e a mettersi al riparo, ma pochi vi avevano creduto. Sembrava impossibile che una simile azione potesse compiersi su un monumento come quello di Montecassino (3, 4), anche perché vi erano delle norme che regolavano la salvaguardia dei monumenti storici e religiosi in periodo di guerra, emanate nel 1943 dallo stesso generale D. Eisenhower, comandante supremo per le operazioni in Europa.
Il 15 marzo 1944 la città fu letteralmente rasa al suolo. Dalle 8.30 alle 12.30, ad ondate di 10-15 minuti l’una dall’altra, 550 bombardieri medi e pesanti e 200 cacciabombardieri, decollati da aeroporti italiani, nordafricani ed inglesi, sganciarono su Cassino 1250 (per alcuni 2000) tonnellate di bombe, lasciando sepolti sotto le macerie militari e civili. “Ci rendemmo conto che ci volevano annientare […] fu come la fine del mondo” scrisse nei suo ricordi un soldato tedesco.
Al bombardamento aereo seguì, infatti, il fuoco di artiglieria su tutta la montagna contro gli ultimi avamposti tedeschi, e poi l’avanzata di 400 carri armati accompagnati dalla fanteria neozelandese ed indiana. Toccò infatti al corpo neozelandese avanzare in città tra le rovine diventate rifugio per i paracadutisti tedeschi superstiti della 1° Divisione. Questi ultimi, nonostante l’esiguo numero rispetto ai soldati Alleati, resero più difficile la presa dei punti strategici; alla divisione indiana toccò il compito di avanzare sulla montagna fino alla quota 435, l’avamposto più alto, la Hangman’s Hill (‘collina del boia’). Solo dopo sette giorni, il 22 marzo, il generale H. Alexander ordinerà di interrompere gli attacchi sulla città e sul monte. Bisognerà tuttavia aspettare maggio (tra l’11 ed il 18) per vedere il territorio intorno a Montecassino occupato esclusivamente dalle truppe alleate.
Grazie alle foto oggi conservate in Aerofototeca Nazionale, scattate dalla Mediterranean Allied Photo Reconnaissance Wing, è possibile ripercorrere le tragiche vicende della città di Cassino, un tempo ritenuta intoccabile per la sua vicinanza ad un monumento da preservare e divenuta invece una città martire a causa di errori di valutazione strategici, sacrificata sull’altare della “giusta causa” per obiettivi bellici.

Alessandra Dell'Anna

Foto: Volantino della V armata, lanciato dagli Alleati il 14 febbraio 1944. Cassino, coll. priv.

Per saperne di più
La Battaglia di Cassino è la fase della guerra in Italia su cui si è più scritto, a partire dalle analisi militari dei comandi fino ai ricordi personali dei protagonisti, dai generali fino ai soldati che vi parteciparono. Anche un grande regista, John Houston, girò un documentario su questa battaglia, recentemente recuperato e valorizzato https://www.youtube.com/watch?v=g1abpPHb1Hc.
Di conseguenza, diamo qui solo alcuni riferimenti relativi alle foto aeree e alla tutela dei beni culturali durante la II GM.
G. Ceraudo, Fotografia aerea: documentazione di guerra. Montecassino, in Ager Aquinas. Aerotopografia archeologica lungo la valle dell’antico Liris, Marina di Minturno, 2004, pp. 100-102
G. Ceraudo, Montecassino, in G. Ceraudo, E.J. Shepherd, Italian aerial photographic archives: holdings and case studies, D. Cowley, R. Standring, M. Abicht (a c.), Landscape through the lens. Aerial photographs and historical environment, Oxford, 2010, pp. 242-246
I. Dagnini Brey, Salvate Venere!, La storia sconosciuta dei soldati alleati che salvarono le opere d’arte nella Seconda guerra mondiale, Milano, 2010